Hai già camminato prima su questo pianeta? Ricordi spontanei di vite passate
La memoria spontanea del passato, di eventi avvenuti con una personalità diversa in un momento precedente all’esistenza attuale, ha un valore scientifico significativo. Attraverso i precedenti resoconti della personalità analizzati meticolosamente e testati, l’ipotesi della reincarnazione diventa un fatto e contro un fatto non c’è un negativo plausibile.
Quello che tenteremo è di cercare, basandoci su ciò che la scienza ci offre, di dimostrare che la reincarnazione è una realtà scientifica, utilizzando i dati forniti dalla scienza, per combattere pacificamente la scienza stessa.
Nel corso della nostra storia contemporanea, incontriamo molti scienziati, che hanno respinto l’idea della reincarnazione…ma non tutti. Ci sono state in passato come ci sono tuttora, persone altamente istruite, dottori molto rinomati nelle università, e con un certo prestigio nella scienza, che quasi sempre si sono dovuti fermare (pur accettandole consapevolmente) davanti a queste, teorie e idee, a causa della paura di perdere il loro status ed essere ridicolizzati davanti ai loro colleghi, come è successo a Charles Richet.
Tuttavia, in molti casi le prove sono state tali che anche se fossero nemici o non simpatizzanti di una tale teoria, hanno dovuto arrendersi a quella stessa prova, e senza preconcetti e pregiudizi, hanno reso pubbliche le loro opere, combattendo tra le ostilità riuscendo a dimostrare con le loro ricerche, studi e comportamenti etici, che non avevano torto e accettando queste nuove strade, li hanno portati ad alleviare la sofferenza di molti esseri umani.
L’umanità ha sempre resistito al cambiamento e all’accettazione di nuove idee. I testi storici sono ricchi di esempi. Quando Galileo scoprì le lune di Giove, gli astronomi del suo tempo rifiutarono di accettare la loro esistenza e persino di guardare questi satelliti, perché erano in conflitto con le credenze accettate. Succede anche oggi con il posizionamento di molti terapeuti, che rifiutano di esaminare e valutare, le prove considerevoli che sono state raccolte, sulla sopravvivenza dopo la morte fisica e sui ricordi delle vite passate. La dimostrazione efficace della reincarnazione può essere dimostrata principalmente attraverso:
- Nella regressione della memoria, che può essere fatta con la forza di suggestione ipnotica, rilassamento profondo o ricordi spontanei di esistenze precedenti, senza identificare apparentemente una causa giustificata. In quest’ultimo caso, la memoria può verificarsi sia nel sogno comune che nello stato di veglia.
- Nei dettami medianici, in cui il medium è in grado di trasmettere rivelazioni su esistenze precedenti, proprie o di altre persone.
- Nelle idee innate e nei figli prodigio, che sostengono le basi scientifiche dell’ereditarietà (spirituale), abbiamo anche il Bismark (segni nel corpo fisico) come un’altra prova che aiuta a corroborare la ricerca che è stata fatta in questo campo. .
Il caso della ragazza di nome Romy:
La piccola Romy Crees confidò in maniera spontanea i suoi ricordi dell’uomo che lei insisteva di essere precedentemente stata, con osservazioni sparse mischiate alle chiacchiere sul mondo intorno a lei. Non appena aveva potuto parlare, la piccola ricciuta bimbetta di Des Moines, Iowa, disse di essere Joe Williams, marito di Sheila e padre di tre bambini. Più e più volte espresso il desiderio di andare a casa. Poi continuò descrivendo la sua morte in un incidente in moto, una descrizione così vivida da scuotere i suoi genitori al punto di prendere sul serio quello che inizialmente avevano respinto come sciocchezze prodotte dalla fantasia infantile.
“Ho paura delle moto” disse Romy.
La bimba di tre anni aveva ricordi così persistenti degli avvenimenti e della personalità di quest’altra, misteriosa vita, che alla fine i genitori acconsentirono a incontrare a casa loro Hemendra Banerjee, un investigatore professionista della memoria extracerebrale. Accompagnato da sua moglie Margit, che collaborava alla ricerca, e da due giornalisti del mensile svedese “Allers”, Banerjee arrivò a casa dei Crees in un freddo giorno d’inverno del 1981. Con i ricci saltellanti intorno al viso roseo, Romy, in un vestito blu a fiori, era intenta a giocare sullo spesso tappeto del soggiorno. Un’immagine della Madonna della Chiesa cattolica romana sorrideva dal muro mentre Bonnie Crees, 28 anni, raccontava come aveva cercato di distrarre la figlia con la speranza di deviare questi ricordi disturbanti e anche di incoraggiare conversazioni più normali ma l’altra vita continuava intromettersi…
“Andavo a scuola a Charles City” diceva Romy.
“Vivevo in una casa di mattoni rossi e ho sposato Sheila e abbiamo avuto dei bambini, ma allora non vivevamo a Charles City…”
“Mia madre ha male a una gamba,qui” diceva, indicando la sua gamba destra.
“Il nome di mamma Williams è Louise. Non l’ho vista per molto tempo.”
“Quando vivevo a casa ci fu un incendio. è stata colpa mia, ma la mamma gettò acqua sul fuoco. Si bruciò le mani.”
La faccia di Romy si illuminò d’interesse quando Bonnie Crees mise in relazione le preoccupazioni della figlia con Joe Williams e Charles City..
“Voglio andare a Charles City” dichiarò.
“Devo dire a mamma Williams che va tutto bene”.
è quindi i Banerjee, i giornalisti svedesi, il dottore Greg States, uno specialista di Des Moines, e Barry Crees partirono con Romy per Charles City, una città di 8000 abitanti, distante circa 220 km. Durante l’intero viaggio Romy fui irrequieta ed eccitabile, e mentre Charles City si avvicinava – senza una parola da parte di nessuno, quanto all’imminenza della loro destinazione – scavalcò il sedile posteriore per andare a infilarsi fra il dottor States e Hemendra Banerjee.
“Dobbiamo comprare dei fiori” disse.
“Mamma Williams adora i fiori blu. E quando arriviamo lì non possiamo entrare dalla porta principale, dobbiamo girare l’angolo e arrivare alla porta di mezzo”.
Siccome Romy non era sicura dell’indirizzo della signora Williams in questa città moderna, con chiese e bungalow sistemati fra campi estesi, vicino al confine con il Minnesota, il gruppo consultò l’elenco telefonico. Arrivarono presto non ha una casa di mattoni rossi, come erano stati portati a pensare dalle precedenti affermazioni di Romy, ma un bungalow bianco alla periferia della città.
Lì, Romy saltò fuori dalla macchina e tirò con impazienza Banerjee verso il vialetto che conduceva alla porta principale e a un cartello con la scritta: “per favore usare la porta sul retro”.
Inizialmente nessuno rispose campanello, ma alla fine rapporto venne stancamente aperta da un’anziana donna che si appoggiava a grucce metalliche. Così come la sua profezia sulla porta principale, le parole di Romy sul “male a una gamba” erano esatte, perché intorno alla gamba destra della donna – che era davvero Louise Williams – c’era una stretta fasciatura. La signora Williams, però, era in procinto di andare dal dottore e non volle parlare con il gruppo né ascoltare le storie. Chiuse la porta, e gli occhi di Romy si riempirono di lacrime.
Romy, il padre e i giornalisti svedesi ritornarono un’ora più tardi e vennero ricevuti in casa. Ci fu un’immediata sintonia fra la bambina e la vecchia signora e ci furono baci abbracci quando la signora Williams accettò e scartò i fiori regalati da Romy. Confusa dei visitatori e stupita dei fiori scelti da Romy, la signora Williams rivelò che l’ultimo regalo fattole dal figlio era stato mazzolino di fiori blu. Fu ancor più stupita quando Barry Crees, che stava a sua volta lottando con la propria incredulità, riferì i ricordi della figlioletta sulla famiglia Williams.
“Dove ha avuto tutte queste informazioni questa ragazzina?” volle sapere la signora Williams.
“Io non conosco voi né nessun altro a Des Moines”.
La signora sessantaseienne spiegò poi perché viveva in un bungalow bianco e perché la comunità era parsa strana a Romy, nonostante la sua inquietante familiarità:
“La nostra casa era di mattoni rossi, ma venne distrutta da un tremendo tornado che ha danneggiato gran parte di Charles City dieci anni fa. Joe ci ha aiutati a costruire questa casa e ha insistito perché tenessimo la porta principale chiusa in inverno”.
La signora Williams interruppe la sua narrazione per trascinarsi nell’altra stanza e Romy si affrettò dietro di lei. Più tardi ritornarono per mano. La piccola Romy sembrava cercare di sostenere l’anziana donna, che stringeva una fotografia incorniciata di Joe, Sheila e i bambini scattata il Natale precedente all’incidente.
“Li ha riconosciuti” mormora la signora Williams, incredula.
“Li ha riconosciuti!”
Il matrimonio di Joe e Sheila, i tre bambini che ne nacquero, i nomi di altri parenti, l’incidente del 1975 vicino a Chicago in cui Joe e Sheila persero la vita, l’incendio nella casa in cui la signora Williams si bruciò le mani: questi e altri dettagli menzionati da Romy vennero tutti confermati. Si rivelò esatta anche la sua precisa descrizione delle lesioni riportate nel fatale incidente. Nata nel 1937, Joe Williams, morto due anni prima della nascita di Romy era il penultimo nato di sette figli.
Il caso di Romy Crees e lo studio meglio documentato nell’archivio di Banerjee e, secondo l’investigatore, dimostra che la reincarnazione è reale.
Ma in quanto devoti cattolici, i genitori di Romy e Louise Williams non vennero persuasi ad accettare quest’idea.
“Non so come spiegarlo” sospirò Bonnie Crees, “ma so che mia figlia non sta mentendo”.
Quella di Romy è solo una delle moltissime storie raccontate da bambini. Se siete interessati a questo argomento vi consigliamo la lettura del libro ne link qua sotto:
Il fenomeno della reincarnazione è ormai una realtà provata, gli scienziati che studiano la Reincarnazione che abbiamo nominato qui non sono gli unici, perché questa ricerca è ora estesa a molte università negli Stati Uniti e in Europa, e molte persone sono coinvolte in questo studio La Nuova Era è già in corso, le coscienze si stanno risvegliando da quella sonnolenza millenaria. Che cosa avrò fatto in un’altra vita per soffrire in questa?Questa è una frase comune, ed a poco a poco, l’idea della reincarnazione sta prendendo forma nella nostra coscienza.
La scienza ha il compito di dare il timbro di autenticità a tutto ciò, in modo tale che l’ essere umano, dopo secoli di oscurantismo, avrà un concetto più chiaro sulla morte e capirà che tutto ciò che accade a noi è il risultato della nostra responsabilità.
A cura di Hackthematrix
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