Secondo uno studio gli extraterrestri potrebbero usare i buchi neri come computer quantistici
La fisica quantistica e l’astrofisica si incontrano in un nuovo studio che suggerisce che gli extraterrestri potrebbero usare i buchi neri come computer quantistici.
L’articolo, intitolato “Holographic Quantum Error-Correcting Codes: Toy Models for the AdS/CFT Correspondence”, è stato scritto da Francesco D’Eramo, Patrick Hayden e Xiao-Liang Qi, tutti del dipartimento di fisica dell’Università di Stanford.
Secondo i ricercatori, i buchi neri possono essere utilizzati come computer quantistici perché sono in grado di conservare informazioni in modo efficiente e preciso. Inoltre, suggeriscono che queste potenziali tecnologie extraterrestri potrebbero spiegare alcuni dei misteri del nostro universo, come l’origine dei raggi cosmici.
L’idea che i buchi neri possano essere usati come computer quantistici non è nuova, ma i fisici hanno recentemente sviluppato una teoria sulla possibile connessione tra i buchi neri e la correzione degli errori quantistici.
Questo è un processo che aiuta a mantenere l’accuratezza dei dati in un computer quantistico, che altrimenti sarebbe molto vulnerabile alle interferenze del mondo esterno.
Secondo i ricercatori, gli extraterrestri potrebbero utilizzare questa tecnologia per comunicare tra loro a lunghe distanze, superando le limitazioni delle attuali tecnologie di comunicazione.
“Se l’ipotesi che i buchi neri siano in grado di eseguire operazioni di correzione degli errori quantistici è corretta, ciò suggerisce che gli extraterrestri potrebbero sfruttare questa possibilità per elaborare informazioni”, ha spiegato Francesco D’Eramo, autore principale dello studio.
“Questo potrebbe spiegare la presenza di segnali strani nel nostro universo che finora non abbiamo potuto spiegare”.
Ricapitolando, l’idea che i buchi neri possano essere usati come computer quantistici da parte degli extraterrestri è ancora solo un’ipotesi, ma potrebbe aprire nuove porte nella nostra comprensione dell’universo e delle possibili tecnologie avanzate che potrebbero esserci là fuori.
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